Venerdì 7 aprile alle 18.00, presso l’ aula consiliare “Isaia Bonavoglia” di Eboli, si terrà l’ incontro dibattito sul rapporto Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’ industria nel Mezzogiorno) sui dati dell’ economia campana nel decennio della crisi. Interverranno il presidente Svimez Adriano Giannola, il sindaco di Eboli Massimo Cariello, il giornalista RAI Rocco Brancati, il coordinatore del Centro studi Carlo Levi, Erasmo Venosi , e la presidente della Fondazione Luigi Gaeta, Rosaria Gaeta.
L’ evento è stato organizzato dalla Fondazione Luigi Gaeta – centro studi C. Levi di Eboli.
Riportiamo sinteticamente alcuni dati rilevanti del rapporto Svimez 2016: il prodotto interno lordo è cresciuto nel mezzogiorno dell’1%. Dopo sette anni di crisi, l’ economia del sud ha iniziato la ripresa. La crescita ha beneficiato dell’ annata agraria particolarmente buona, del settore turistico favorito dalle crisi geopolitiche, dell’ utilizzo dei fondi strutturali europei, della crescita dei consumi privati, della diminuzione dei tassi di interesse per gli imprenditori e dell’ incremento delle esportazioni estere.
La sfida è però quella di non lasciare che questa ripartenza conservi i caratteri di eccezionalità. Accanto al rilancio di una rinnovata politica industriale occorre investite in infrastrutture, energia, territorio, risorse umane, agroalimentare e cultura. Queste politiche potranno ridurre le disuguaglianze per garantire l’ effettiva tutela dei diritti di cittadinanza su tutto il territorio nazionale.
RAPPORTO SVIMEZ 2016
Intervento della Presidente Rosaria Gaeta
Saluto Adriano Giannola, Presidente della Svimez, i relatori che interverranno nella discussione, le autorità presenti in sala e tutti voi che oggi avete deciso di essere qui.
Ho proposto in ottobre al Presidente Giannola di presentare qui a Eboli il rapporto 2016 sull’economia nel Mezzogiorno, perchè penso che le istituzioni, quelle nazionali come quelle locali debbano dare forti segnali di attenzione nei confronti dei problemi sociali del Paese e soprattutto della situazione ancora difficile che vive il nostro Meridione.
La presenza così numerosa in questa sala dimostra che c’è grande attesa ed interesse per i dati che verranno esposti tra poco dai relatori. E’ anche il segno della autorevolezza che la Svimez si è conquistata in tanti anni di attività.
L’Associazione per lo Sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, la Svimez, è nata il 2 Dicembre del 1946, esattamente sei mesi dopo la nascita della Repubblica – di quella Repubblica “una e indivisibile” di cui parla la nostra Costituzione – e si è impegnata con serietà perché l’Italia diventasse davvero una, cioè unita, superando l’antico divario tra Nord e Sud del Paese.
A che punto siamo di questo cammino? Ce lo direte tra poco con le vostre relazioni.
Oggi, a sette anni dall’inizio della crisi economica, le statistiche sulla situazione generale del Paese evidenziano qualche miglioramento nella produzione industriale, nei consumi, soprattutto in quelli durevoli, nella fiducia dei cittadini e anche nei livelli occupazionali, almeno in quelli a tempo indeterminato.
E tuttavia la tendenza verso i primi miglioramenti, che va comunque vista come positiva, è accompagnata da dati fortemente contraddittori.
La più evidente e purtroppo non nuova di queste contraddizioni si chiama proprio Mezzogiorno. E non perché alcuni di quei primi segnali di ripresa non siano arrivati anche nelle Regioni meridionali.
Quel che non cambia ancora e che preoccupa è il divario tra il Nord e il Sud del Paese, e questo divario lo si continua a registrare in tutti i campi: dall’occupazione, sia giovanile che femminile, ai dati sull’abbandono scolastico, dalla produzione alle infrastrutture, che in alcune regioni del Meridione sono veramente in condizioni drammatiche.
Questo divario è uno dei maggiori ostacoli alla ripresa, perché non potremo pensare di riprenderci solo a metà. Ci riprenderemo veramente tutti insieme, e il nostro paese ce la farà ad uscire dalla crisi se anche il nostro Meridione sarà coinvolto in questo processo.
Tutti siamo chiamati a tenere alta l’attenzione sulla situazione del Mezzogiorno e a fare la nostra parte. Nessuno può chiamarsi fuori: Parlamento, Governo, Regioni, Comuni, organizzazioni sociali.
Sono tanti i temi specifici che meritano di essere discussi e voi lo farete certamente nelle relazioni e negli interventi che seguiranno.
Dobbiamo guardare al futuro con fiducia. Noi siamo un grande Paese. Noi abbiamo superato grandi prove. Nella storia recente ci siamo sempre rialzati: dalla seconda Guerra mondiale, da quelle macerie materiali e morali, dalla sfida del terrorismo – la mia generazione è cresciuta con la minaccia del terrorismo – da prove ben più difficili. Ci siamo sempre riusciti e ci riusciremo. Ma deve, ognuno di noi, fare la propria parte.
Rosaria Gaeta . Presidente della Fondazione Luigi Gaeta – centro studi Carlo Levi